Visita alla Casa Museo Fratelli Cervi

Nel mese di Ottobre, precisamente sabato 5, alcuni nostri associati e la nostra presidente Annalisa Mineve assieme all’ANPI di Casorezzo si sono diretti a Gattatico, per una visita alla casa Museo Fratelli Cervi. Il Museo a Reggio Emilia, che sorge sui Campi Rossi è un’ampio podere collocato nel mezzo della Pianura Padana, a pochi chilometri dalla via Emilia. Un museo della Resistenza e della storia del movimento contadino, allestito nella casa dove i Cervi arrivarono nel 1934.

È stata una visita molto apprezzata da tutti.


Qui in breve raccontiamo la storia della famiglia Cervi e le loro vicissitudini, e ciò che ne consegue la creazione della casa Museo.

I Cervi erano una numerosa famiglia di contadini-mezzadri. Oltre al padre Alcide e alla mamma Genoveffa Cocconi, c’erano i sette figli maschi e due figlie femmine. Poverissimi, i Cervi sono però animati da un impulso al miglioramento e al riscatto sociale. Come mezzadri non avevano fissa dimora, appreso che il podere di Campi Rossi è in affitto per poco, decidono di affittarlo e di trasferirvisi. Da allora saranno per tutti delle “teste calde”, perché i Campi Rossi erano di fatto impraticabili. Una sfida, dunque, poter vivere e lavorare in quelle condizioni, che i Cervi vincono perché nel giro di pochissimo tempo rendono il podere un modello di agricoltura razionale.

Sul piano ideologico, i Cervi sono profondamente antifascisti e prendono da subito le distanze dal regime. Quando le restrizioni alla libertà di azione e di parola si fanno più violente i Cervi iniziano l’azione di opposizione con atti di sabotaggio e distribuendo clandestinamente l’Unità. La loro diventa una casa di latitanza, dove si fanno riunioni clandestine e si organizza l’opposizione al regime, come gli attentati contro presidi fascisti della zona. Casa Cervi viene messa a ferro e fuoco dai fascisti la notte fra il 24 e il 25 novembre 1943, i sette fratelli e il padre catturati. I fratelli Cervi verranno fucilati senza processo all’alba del 28 dicembre 1943. L’azione dei fascisti è un’azione di rappresaglia: i Cervi vengono infatti accusati di aver complottato per l’uccisione del segretario fascista di Bagnolo in Piano.

Il padre viene risparmiato, e tramandando la memoria rende possibile il recupero delle testimonianze della civiltà contadina e delle vicende storiche che costituiscono il primo nucleo del museo.